VIAGGIO VERSO L’ISOLA CHE NON C’E’ , opere di Elia Wiener e Osvaldo Vezzoli.
Inaugurazione alle 17:30 presso Atelier ConTeSto Arte
Mostra visitabile gratuitamente fino al 31 maggio
Orari: dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00;
domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
L’atelier artistico ConTeSto ARTE espone, dal 17 al 31 maggio, opere di Elia Wiener e Osvaldo Vezzoli dal titolo „viaggio verso l’isola che non c’è“. Sono opere realizzate durante e dopo il Covid e che solo ora vogliono navigare in mare aperto.
Elia è nato nel 2015 a Lipsia; Osvaldo è nato nel 1951 a Palazzolo sull’Oglio. Nipote e nonno presentano i loro lavori in un viaggio che li porta verso un territorio dove dominano la spontaneità e l’invenzione, dove il di-segno illumina il desiderio di raccontare una storia, o più storie, come si trattasse sempre e comunque di una fiaba. Una fiaba in cui i ruoli non sono distribuiti con le regole del racconto, costruito su una morale da insegnare, ma con quell’incommensurabile bisogno di aprirsi all’illimitato, così tipico del mondo dell’infanzia. Il sogno, il non senso, sono le dimensioni dove Elia e Osvaldo segnano le loro tracce con la stessa libertà con cui il bambino inventa un’avventura, quando è lasciato libero di raccontare. E così il loro racconto si muove, articola forme e figure, non ha bisogno di margini e ambiti: tutto libero, tutto liberato. Elia e Osvaldo, insieme ma ognuno con i suoi segni, navigano verso l’isola che non c’è, fragile come il nostro essere, profonda come l’oscurità interiore della nostra psiche, libera come le ali leggerissime di una farfalla. Il viaggio, senza saperlo, diventa una ricerca di se stessi, espressa con quella inconsapevole lucidità e i distinguo che sono propri della poesia, dove tutto ritorna e nulla è mai definito.
L’isola che non c’è è come la vita, con i suoi picchi e le sue profondità, i suoi voli e le sue sorprese, i numerosi incontri con la fantasia, declinati con le regole del gioco, quando forse si vede non solo la realtà, ma anche quella parte nascosta che chiamiamo sogno: tana, tutti liberi verso l’isola che non c’è.